La rabbia è una delle sei emozioni primarie ed universali, presenti cioè in tutte le persone di tutte le età, culture ed etnie.
Probabilmente vorremmo non provarla mai, ma nel corso della nostra vita, la proviamo tantissime volte, in svariate situazioni.
Contrariamente a quanto sentiamo dire spesso o magari diciamo noi stessi ai nostri cari, la rabbia non va negata, ma va osservata ed interrogata, per comprendere bene di cosa si fa portavoce, cosa vuole porre alla nostra attenzione.
Non basta “non farci caso”
Quante volte ci hanno detto o siamo stati noi stessi a dire: “non ti arrabbiare”, “non farci caso”, “non prendertela”, “tu sei più forte, lascia perdere”.
Senza dubbio la motivazione alla base di queste frasi è una motivazione nobile, si dicono, infatti con il desiderio di schiacciare le sensazioni di fastidio da chi ne è inondato.
Ma come ogni altra emozione o sensazione negativa, anche la rabbia non arriva inutilmente; essa porta con sé un significato importante che spetta a noi cogliere.
La rabbia può essere infatti un’emozione naturale di risposta ad ingiustizie, frustrazioni, critiche continue, relazioni difficili o maltrattamenti, grazie alla quale possiamo prendere coscienza di ciò che stiamo vivendo e scegliere cosa fare per cambiare la situazione.
Ma può essere anche altro.
Esiste infatti, oltre ad una rabbia per così dire sana, anche una rabbia patologica.
Quando è necessario gestire la rabbia prima che diventi pericolosa?
Quando la risposta di rabbia nei confronti di cose o persone è eccessiva, immotivata perché non rispecchia la realtà oggettiva, oppure è perenne, allora è il caso di prendere in mano la situazione ed imparare a gestire questa fastidiosissima emozione prima che sia lei a gestire noi.
Se l’ira comincia a prendere il sopravvento sui pensieri, sullo stato d’animo, sui comportamenti e sul sorriso è evidente che qualcosa non va e bisogna capire bene di cosa si tratta per risolvere il prima possibile la questione e ritrovare la calma perduta.
Come ho già detto, le reazioni occasionali di rabbia in risposta ad un fatto o ad un pensiero sono del tutto sane, ma reazioni di ira spropositate o per frequenza (in quanto cominciano ad essere ricorrenti e conseguenti ad ogni cosa), oppure per qualità (ossia reazioni sproporzionate in base al contesto), devono far riflettere ed agire in nome del proprio benessere.
Come fare a gestire la rabbia.
Quando ci arrabbiamo, dobbiamo capire se siamo vittime dei fatti, oppure se alla base c’è qualcos’altro che dipende da altri fattori e che possiamo gestire.
Ecco quali sono i casi in cui non siamo vittime della situazione:
• se ci arrabbiamo perché abbiamo interpretato in maniera errata pensieri ed atteggiamenti di altre persone;
• se ci arrabbiamo perché siamo sotto stress;
• se ci arrabbiamo perché non otteniamo ciò che vogliamo;
• se ci arrabbiamo perché il presente ci mette davanti un passato non elaborato;
• o se ci arrabbiamo perché proviamo invidia.
Per riuscire a trovare la causa della scintilla che accende il fuoco della rabbia, è necessario dunque analizzare bene tutto ciò che accade dentro e fuori di te.
Cosa puoi fare per comprendere meglio la tua rabbia?
Comincia con il chiederti se:
• provi frustrazione per qualcosa,
• pensi di dover migliorare il tuo modo di comunicare,
• la tua autostima ha bisogno di essere supportata,
• hai bisogno di placare la tua ansia,
• ci sono questioni passate che non hai risolto.
Se fossimo noi stessi a “remare contro di noi”?
Chiediti anche:
Se fossi io stessa o io stesso a remarmi contro?
Può capitare infatti che a farci infuriare sia una situazione che si presenta ripetutamente nella nostra vita, causata indirettamente da noi stessi, magari dalle convinzioni personali o da schemi di pensiero profondi e radicati.
Faccio un esempio: se io per prima non do la giusta importanza ai miei interessi e non dedico loro abbastanza tempo, con il passare degli anni, oltre a sentirmi frustrata perché mi piacerebbe fare delle cose che in realtà non faccio, stringerò molto più facilmente relazioni con persone i cui atteggiamenti non faranno altro che confermare i miei stessi atteggiamenti e le mie convinzioni, quindi con persone che, a loro volta, non daranno importanza ai miei interessi.
La mia propensione all’ira, all’interno della mia relazione aumenterà proporzionalmente al mio senso di frustrazione e ben presto rabbia e malessere si alimenteranno a vicenda, esattamente come un cane che si morde la coda.
Se al contrario, io per prima dedico il giusto tempo e la giusta attenzione ai miei interessi ed a me stessa, farò in modo da far entrare nella mia vita solo persone che condividono questo atteggiamento per me fondamentale e anche per questo, vivrò relazioni più serene.
Essere irascibili inoltre, fa molto male alla salute.
Sappiamo che ogni risposta emotiva, coinvolge sia la mente che il corpo, alterandone il funzionamento.
Da un punto di vista cognitivo, uno stato di collera ricorrente, non permette di avere la giusta percezione dei fatti e quindi di considerare i vari aspetti di una situazione in maniera razionale e più obiettiva possibile.
Con il tempo, si tenderà, perciò, ad avere una visione distorta delle situazioni ed a cercare solo elementi che confermano la propria convinzione.
Da un punto di vista fisiologico, arrabbiarsi frequentemente, provoca un continuo stato di attivazione fisiologica, ossia di tensione muscolare, aumento del battito cardiaco e della pressione sanguigna, aumento della temperatura corporea, aumento della frequenza respiratoria ed aumento dei livelli di adrenalina (che ha un’azione stressogena) e testosterone (l’ormone coinvolto, tra le altre cose, nei comportamenti aggressivi).
E’ facilmente intuibile dunque che sottoporre il proprio corpo e la propria mente ad un frequente o continuo stato di alta attivazione, rappresenta un rischio importante per la propria salute fisica e mentale.
Gestire la rabbia diventa una vera e propria esigenza per la propria salute.
Cosa fare allora per gestire la rabbia:
Impara a distinguere le situazioni dagli stati d’animo e dai pensieri, questo ti aiuterà a comprendere meglio ciò che ti fa stare male e scegliere dove focalizzare le tue energie.
Cerca di comprendere da cosa deriva veramente la tua rabbia ogni volta che la provi e comincia a lavorare su quegli aspetti che puoi migliorare per gestire pienamente le tue emozioni.
Un quesito importante a tal proposito è: la rabbia va sfogata oppure no?
Si e no.
E’ sicuramente meglio sfogare questa emozione quando arriva, perché reprimerla significherebbe bloccare un’energia molto forte che comunque verrebbe fuori in altro modo nel corpo o nella mente. Tuttavia va tenuto in considerazione il fatto che sfogarla, in alcuni casi significa alimentare l’aggressività e a volte anche giustificarla.
La soluzione è quella di imparare ad osservare il proprio corpo, i propri pensieri, i propri stati d’animo, i propri bisogni ed i propri desideri. Conoscersi per gestire al meglio ogni aspetto di sé.
Vivere una vita consapevole diventa fondamentale in tal senso, così da accogliere la rabbia, per meglio comprenderla ed evitare di farsi travolgere dagli scatti di ira.
E quando si ha bisogno di una soluzione immediata per gestire la rabbia?
In ogni caso, quando si ha bisogno di una soluzione immediata per gestire la propria rabbia e prima ancora di analizzare i fatti, è possibile tenere a mente cosa possiamo e cosa non possiamo fare.
Sicuramente tra le cose da non fare, ricordiamo di non prendersela con le persone care, quindi non gettare la propria carica emotiva su chi è vicino in nessun caso e sicuramente è bene ricordare di non reprimerla.
E’ molto utile muoversi, fare una passeggiata, una corsa, un ballo, piangere, cantare a squarciagola o, se la spinta è molto forte, prendere a pugni un cuscino.
Se hai una buona gestione delle tue emozioni, la cosa migliore da fare è optare per una pratica di visualizzazione in cui è possibile visualizzare la rabbia dissolversi o andare lontano da te.
Io preferisco di gran lunga le pratiche di visualizzazione che ti invito a provare e a testare su di te la loro incredibile efficacia!
Se ti interessa l’argomento puoi trovare utile l’articolo “Pratica per gestire la rabbia” ed il percorso “Lasciare Andare”.