Nell’era digitale, in cui usiamo i social network in ogni istante della nostra vita, siamo davvero più “social”?
Li chiamano social network perché sono nati con lo scopo di abbattere le distanze geografiche e temporali tra vecchi amici e conoscenti.
Il loro nobile scopo, tuttavia, con il passare del tempo è cambiato ed il loro uso è diventato un abuso fino a portare, in molti casi ma non in tutti ovviamente, ad un effetto paradosso che nulla ha a che vedere con l’amicizia, la socialità ed il piacere di trascorrere un po’ di tempo insieme, realmente o virtualmente.
Scrivere da dietro uno schermo, senza metterci la faccia e spesso senza metterci neanche un volto o un nome, per molte persone significa disinibizione, essere in grado (o potersi permettere) di dire ciò che nella vita reale, non si ha il coraggio di dire per imbarazzo, perché inopportuno o perché fuori luogo.
Nella stragrande maggioranza dei casi, però, vengono scritte cose negative. Non si tratta di frasi o argomenti atti ad incentivare una bella relazione o qualcosa di costruttivo, ma al contrario si tratta di critiche, rimproveri e giudizi, se non addirittura parole volgari.
Perché non siamo davvero più “social”?
In alcuni casi, perché alcune persone pensano di non avere tempo. Si sono convinte che correre sia più produttivo ed allora non impiegano molto tempo per relazionarsi, ma più semplicemente interagiscono superficialmente con gli altri.
In altri casi, perché molta gente non riesce a trovare un altro modo per elaborare le proprie frustrazioni, se non scaricandole malamente su perfetti sconosciuti.
O ancora perché per molte persone è molto più semplice affrontare la propria vita, non lasciando spazio al confronto, soprattutto per quelle persone che dopo aver scritto il proprio pensiero, scrivono anche un bel “punto” e a volte anche “PUNTO”.
Siamo disposti, dunque, a dire la nostra ma non a sentire l’opinione degli altri, perché non è la relazione, la socialità o il confronto che stiamo cercando, ma solo uno sfogo.
Molte volte non lo si fa neanche apposta, semplicemente non si è abituati a vivere relazioni vere, pure e si hanno serie difficoltà a svilupparle, mantenerle e viverle.
Cosa sta succedendo?
Succede che molte persone non danno abbastanza spazio nella propria vita, alle emozioni e ai pensieri più profondi. Emozioni e pensieri che in un modo o nell’altro emergono prepotentemente e quando non gli si permette di farlo in maniera produttiva, vengono fuori tramite le sfuriate e gli insulti inopportuni.
Contemporaneamente a questo fenomeno, sta prendendo sempre più piede il fenomeno delle relazioni virtuali. Questo vuol dire che tantissime persone preferiscono chattare, giocare, videochiamare, acquistare, leggere e dare le proprie opinioni davanti ad uno schermo, piuttosto che scendere per strada e fare tutto questo vis a vis, incontrando altra gente e “mettendoci la faccia”.
Nell’era dei social, noi non siamo “sociali” per niente. Non telefoniamo più, non facciamo due chiacchiere con chi è seduto accanto a noi, non chiediamo consigli agli addetti ai lavori e non diamo una pacca sulla spalla ai nostri amici. Non abbiamo più tempo per fare tutte queste cose, al massimo abbiamo giusto cinque minuti per criticare qualcosa…qualsiasi cosa appare nella nostra homepage, postata dai nostri amici virtuali che a volte neanche conosciamo veramente.
La soluzione non è smettere di utilizzare i social network o internet in generale, piuttosto farne un buon uso e ricordare che la realtà virtuale rappresenta uno dei tanti aspetti della nostra vita.
Cosa dovremmo fare:
- parlariamo con noi stessi e con gli altri dei nostri stati d’animo e dei nostri pensieri, non soffochiamo ciò che abbiamo dentro, altrimenti saremo ponti ad esplodere per un nonnulla;
- passeggiamo all’aria aperta;
- organizziamo un pic nic ogni tanto;
- prendiamo i mezzi pubblici;
- leggiamo un libro;
- andiamo ad una mostra, un concerto, a vedere un film;
- facciamo quella telefonata che rimandiamo da tempo;
- incontriamo i nostri amici e parenti;
- esterniamo i nostri pensieri di approvazione, tutte le volte che notiamo qualcosa di bello in qualcun altro;
- asteniamoci dal giudicare qualcosa che non abbiamo vissuto in prima persona;
- sorridiamo.
Nell’era digitale in cui stiamo vivendo, forse dovremmo riorganizzare la nostra scala dei valori e ritrovare il piacere dello stare insieme, oltre a considerare i social network come mezzo e non come fine.