Ridere è un comportamento innato e non un’imitazione sociale.
Anche i bambini sordi e ciechi, infatti, ridono e cominciano a farlo esattamente nello stesso periodo dei bambini che sentono e vedono normalmente.
Il sorriso del neonato nelle primissime settimane dalla sua nascita, è solo un fatto fisiologico, si tratta di riflessi muscolari. Il comportamento del ridere arriverà poco più tardi, dal terzo-quarto mese, ma in questo non ci sarà ancora intenzionalità sociale.
In genere la risata viene generata da un evento buffo, comico e soprattutto imprevedibile, o ancora da emozioni positive come la gioia e da tutte quelle situazioni piacevoli che producono sensazioni di benessere.
L’imprevedibilità, la sorpresa, ossia ciò che il cervello non conosce e non può anticipare, è un aspetto molto importante e a volte determinante nel generare la risata.
Cos’è la risata
Il sorriso e la risata possono essere considerati come due aspetti diversi di uno stesso comportamento, in cui ciò che cambia è il coinvolgimento con la situazione o la persona che li fa scaturire e/o la durata.
Esiste una disciplina che studia ed applica le potenzialità delle emozioni positive e del ridere, rispetto alla loro capacità terapeutica, preventiva, riabilitativa e formativa. Questa disciplina prende il nome di “Gelotologia”.
L’umorismo
Capire gli aspetti umoristici di un fatto, implica la presenza del senso dell’umore, ossia un tratto della persona che comprende vari aspetti: gli aspetti sociali, cognitivi, emotivi e comportamentali.
- I fattori sociali si riferiscono al fatto che l’umorismo è per lo più un fenomeno sociale, tanto è vero che si è portati a ridere e scherzare soprattutto quando si è in compagnia. L’umorismo, inoltre, aiuta nelle relazioni sociali.
- I fattori cognitivi riguardano il fatto che, per vedere gli aspetti umoristici di una situazione, è necessario che il cervello svolga una serie di processi cognitivi di elaborazione delle informazioni relative ad essa.
- Gli aspetti emotivi dell’umorismo sono facilmente comprensibili, in quanto umorismo ed emozioni positive sono strettamente collegati, difatti il senso dell’umorismo contribuisce al buonumore.
- L’aspetto comportamentale è la risposta comportamentale allo stimolo umoristico, ovvero il sorriso e la risata.
Ridere è davvero una cosa seria
Negli anni sono nati diversi metodi ed iniziative, alla cui base c’è proprio l’atto del ridere.
Nel 1995 un medico indiano, il dottor Madan Kataria, sviluppa lo yoga della risata. Questo metodo si basa sul dato scientifico che il corpo non fa distinzione tra una risata spontanea e una indotta, perciò nel corpo e nella mente si producono gli stessi benefici in entrambi i casi. Poi, è facile comprendere che la risata autoindotta, in poco tempo si trasforma in risata spontanea.
Oggi i gruppi di risate sono tanti e sparsi in tutto il mondo ed è anche stata istituzionalizzata la giornata mondiale della risata che si celebra la prima domenica di maggio, ogni anno.
Un altro importante sviluppo dell’uso benefico della risata è la clown terapia, nata dal pensiero di un medico americano, secondo il quale per prendersi veramente cura dei pazienti e favorire la guarigione, era necessario creare un clima allegro e giocoso all’interno degli ospedali, soprattutto nei reparti di degenza dei bambini.
Oggi diverse associazioni si occupano di formare adeguatamente i volontari clown e si impegnano a portare sorrisi e spensieratezza in tante strutture di cura.
Ricorda
Le risate fanno bene a bambini ed adulti, dato che, ridere almeno 15 minuti al giorno aumenta la soglia del dolore di almeno il 10%.
Sembra il caso di poter trasformare il famoso proverbio in: “Una risata al giorno toglie il medico di torno”!
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