Quando impari a sopravvivere alla perdita di qualcuno o di qualcosa e al dolore che ne deriva, nasci come persona nuova.
L’assenza o la mancanza e le emozioni che fanno parte di esse, possono provocare un dolore molto profondo, non semplice da gestire e superare.
Che si tratti della perdita di un lavoro, di una persona, di un animale, di una relazione, di uno status o di un oggetto a noi caro, non fa differenza: la perdita lascia comunque un vuoto.
E’ certamente difficile, ma sicuramente possibile, sopravvivere alla perdita di qualcuno o di qualcosa.
Perdere qualcosa o qualcuno per una scelta personale è doloroso quanto perdere per scelta di altri o della vita. Tuttavia, in questo caso, l’intensità e la durata della sofferenza, producono effetti meno sconvolgenti rispetto a quando la perdita avviene per scelta di altri o di altro.
Anche il cambiamento è perdita
Anche un evento positivo, può essere vissuto in maniera negativa, quando non si hanno gli strumenti giusti per affrontarlo in maniera efficace.
Questo perché può implicare o produrre un cambiamento che è comunque una perdita di una situazione precedente e di non facile accettazione.
E’ importante pensare che è possibile rialzarsi ad ogni caduta.
L’essere umano, infatti, ha delle capacità dentro sé, nascoste a se stesso, che sanno però venir fuori egregiamente al momento giusto.
Ogni perdita deve essere elaborata in tempi e modi che sono del tutto personali e variano in base a diversi fattori.
Tra i vari fattori troviamo il temperamento della persona, le capacità di gestione delle emozioni, il contesto fisico, sociale ed emotivo in cui si è immersi e la predisposizione al cambiamento.
In generale, per una sana elaborazione, si devono attraversare alcune fasi, le cosiddette fasi di elaborazione del cambiamento, grazie alle quali è possibile “digerire” la situazione dolorosa.
Durante tutto il percorso di elaborazione è importante riconoscere i propri pensieri, emozioni e stati fisici e dargli la giusta importanza; non bisogna negarli ma agirli, metterli in atto.
Questi aspetti fanno parte di noi, sono ciò che sentiamo e che dobbiamo “buttare fuori” senza alcun tipo di inibizione.
In questo articolo trovi un modo per farlo.
Non ci si deve mai vergognare e non si deve aver timore delle proprie emozioni e dei propri pensieri.
Se questo concetto è vero in generale, lo è ancora di più in una fase delicata come quella dell’elaborazione di una perdita.
E quando impari a sopravvivere scopri parti di te che neppure credevi di possedere, ma che adesso rappresentano i tuoi punti di forza!
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